Cosa succede quando Vincenzo Filosa e Paolo Bacilieri si incontrano per realizzare un poliziettesco ambientato tra Milano e Tokyo negli anni ’80? Succede che la Panini sforna uno dei volumi più interessanti (dal punto di vista dei contenuti) e strani (dal punto di vista editoriale) del 2021: Bob 84 – La vendetta è mia. 

Partiamo dal primo punto. Filosa e Bacilieri sono due giganti del fumetto italiano. Il primo, Vincenzo Filosa, è stato tra i precursori della contaminazione nipponica del nostro fumetto, raggiunta attraverso il suo prezioso lavoro di divulgazione iniziato di rientro dalla sua esperienza in Giappone. Ora è traduttore, curatore della collana Gekiga di Coconino, nonché apprezzato autore di graphic novel di successo come -tra i tanti – Il mio viaggio a Tokyo (Canicola, 2015) e Italio – Educazione di un reazionario (Rizzoli, 2020).

Per Bacilieri si può serenamente scomodare l’ingombrante termine di maestro. Autore apprezzato in Italia e all’estero, il suo tratto plastico si adatta a qualunque declinazione del fumetto italiano: tra le sue opere più recenti si possono citare le copertine per Dylan Dog: Old Boy, Fun (Coconino, 2014) e Tramezzino (Canicola, 2018). 

Bacilieri, milanesissimo fin nel profondo, e Filosa, calabrese d’origine e milanese d’adozione, condividono uno studio nel capoluogo lombardo ed è probabilmente lì che nasce Bob 84, un esperimento di contaminazione che è esperimento solo in teoria, perchè in pratica bastano tre pagine per rendersi conto che nel loro Bob 84, a fine lettura, non resterà nulla di intentato. 

Bob 84

Ventura è un reduce. Nel 1974 si è fatto scappare il killer che stava riportando in Italia dalla Svizzera. A lasciarci le penne è stato il suo collega e amico. Ventura è sopravvissuto, come un monito e una condanna, una rottura di palle per il suo capo in commissariato. Per il resto del corpo di polizia è un poveretto, un mitomane che si è sognato un assassino nella migliore delle ipotesi, o una psicopatico che ha seccato il suo compare. Catanzaro è il suo nuovo socio in una indagine che parte da una Milano anni ’80 che più ’80 non si può e si sposta da Roma, per fare luce sulla morte dell’attore Sean Flannery, fino a Tokyo, all’inseguimento di un fantasma. 

Bob 84 è un tripudio di contaminazione, dai codici ai linguaggi, dalla trama al segno. Ventura e Catanzaro sono una coppia che più eterogenea non si può. Algido milanese il primo, uomo delle istituzioni, severo tanto fuori quanto dentro l’alcova familiare, tormentato e pignolo; Catanzaro al contrario è un viveur, pronto a prendersi tutto ciò che la capitale (a)morale d’Italia è disposta a dargli, soprattutto se accompagnato da un gran “culo a mandolino”.

Bob 84

Nel loro lavoro di ricerca di un colpevole che sembra impalpabile come un’ombra si incontrano il poliziottesco italico dei ’70, quello dove la mala è spietata, la polizia abbandonata a se stessa e sullo sfondo lo Stato gioca su entrambe le sponde, con il noir giapponese popolato di killer a pagamento e underground cittadini. 

Questo connubio è basato su riferimenti precisissimi, che Filosa fissa e Bacilieri tratteggia. C’è soprattutto Milano che emerge nei disegni di uno dei suoi amanti più innamorati, non solo nella Torre Velasca che si staglia dietro il commissariato di Piazza San Sepolcro o nei neon di una piazza Duomo cyberpunk ante litteram, ma in quei dettagli che trasudano meneghinità: le doppie ante degli ascensori dei palazzi del centro, i parquet a spina di pesce, le VHS nelle edicole a pochi passi dal mitico Dischi Volanti. 

Attraverso la mano guida di Filosa, però, non è meno dettagliata la Tokyo delle scene finali, dove ogni locandina, ogni grembiule e ogni ringhiera è esattamente al suo posto. Così come sono al loro post gli anni ’80, inconfondibili nelle videocassette sotto i televisori, nei vinili, nelle riviste che spuntano nelle edicole, nei font dei quotidiani e persino nei punk che attraversano le strade. 

La stranezza, dunque, dicevo, deriva da questa sortita editoriale uscita un po’ in sordina e senza coordinate precise, perfettamente incorniciata nel formato pocket che unisce il fumetto nero e popolare italiano (su tutti, Diabolik) e il manga, ma che rimanda anche a una serialità che in questo caso non è prevista, almeno per ora (illusione mia, non alludo a nulla). 

Bob 84 – La vendetta è mia sarebbe un perfetto numero uno di una collana che tuttavia non esiste, ma di cui a questo punto sento un bisogno irrefrenabile, nonostante il prezzo (12 euro), non si esattamente quello del fumetto popolare da edicola. Ma Bob 84 in fondo non lo è, non lo è quanto meno del tutto, è un fumetto che vive a cavallo tra i mondi: nell’anno in cui il multiverso è esploso nella cultura pop, il racconto a tinte nere di Filosa e Bacilieri non moltiplica i mondi, ma li unisce, li fonde, li fa convergere in un abbondante centinaia di tavole che solo tra le più interessanti tra quelle prodotte in questo 2021 in Italia. 

 

 



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Claudio Magistrelli

Pessimista di stampo leopardiano, si fa pervadere da incauto ottimismo al momento di acquistare libri, film e videogiochi che non avrà il tempo di leggere, vedere e giocare. Quando l'ottimismo si rivela ben riposto ne scrive su Players.

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